Sotto la pressione dei rapidi mutamenti della contemporaneità, probabilmente oggi Amleto si interrogherebbe, più che se essere o non essere, sul Chi essere.
Globalizzata? Populista? Multiculturale? Esibizionista? Digitale? Plurima? Com’è, cos’è l’identità oggi e con quali traiettorie culturali, relazionali ed intime deve dialogare per fondarsi e crescere?
La rievocazione di un passato arcaico mitico, o la spinta verso un altrettanto mitico futuro, gli scenari dispiegati dalle plurime forme di fondamentalismo o il potere illimitato del mercato, la voracità digitale sembrano essere piste di atterraggio affacciate su scenari ad alto rischi di alienazione.
Chi è quell’altro – che a volte funziona da pericoloso nemico che minaccia i confini e a volte da salvifico e necessario nutrimento d’amore – che si siede di fronte e rilancia la domanda sull’identità? Dove siamo veri, dove siamo liberi?
Quello che è stato scomposto e frammentato dalle mutevoli configurazioni del nostro presente, quali nuove forme di composizione sta cercando per poter affermare di esserci e di riconoscersi in maniera vitale e creativa?
Il Festival della psicologia si mette al centro di queste domande. IO SONO QUI è un punto di partenza ed anche uno snodo. Un richiamo alla imprescindibilità della presenza e all’intenzione di manifestarne la responsabilità. Un invito a dialogare su tutte le istanze dell’identità: quella intimistica della relazione con se stessi, quella delle relazioni affettive prossimali, quella sociale e politica dell’essere cittadini.
Un nuovo viaggio, dal vicino al lontano, dal passato al futuro, dall’uno ai molti.
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